lunedì 1 novembre 2010

Germogli

Pesante non farsi sentire. Stare in una stanza ovattata e non udire nemmeno le proprie urla. Aprire la finestra e trovare mattoni anziché un panorama di campi o di mare. Correre e sudare e trovarsi sempre nello stesso posto.
Nemmeno quella parte di te razionale, concreta, sempre ragionevole che ti potrebbe dire di fermarti, di cambiare strada e registro si fa viva. E non sarebbe per nulla convincente adesso. Anzi, la sentirei noiosa e saccente. Oltre che troppo comoda.
Ora ascolto l'angolo di cielo che non voglio mai dimenticare, il campetto da calcio di quand'ero bambino, l'istinto attento che coglie odori, sfumature, anche quelle più impercettibili. E' fatica, a volte. Ma chi me lo fa fare di perdere lo stupore, la gioia di costruire, la meraviglia di vedere un germoglio che cresce e di sapere che un giorno le potrò finalmente regalare un fiore?

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