venerdì 4 gennaio 2008

Attenzione, neve fresca


La prima notte di neve è un mondo soffice di rumori lontani. La panna è fresca, appena montata. Guardando il colore fosforescente del cielo vorresti non finisse mai di piovere fiocchi di manna. Servono a perpetuare l’incanto, a mantenere l’effetto sonoro di ovatta, a dare tutto intorno la sensazione di trovarsi in un grande nido di cigno.

Quei fiocchi sono indispensabili a mantenere viva la neve. A prolungare la sensazione che non può esistere un sole caldo a tal punto da far svanire in poche ore tutto questo.

Butto spesso l’occhio alla finestra a cercare un lampione. Mi serve per capire se i fiocchi continuano a scendere o se la magia si è fermata. Se fuori sembra come di nebbia, allora il grande setaccio della farina è ancora al lavoro. Se invece i contorni delle cose sono nitidi e la luce brilla ferma, vuol dire che tutto si è fermato e presto le goccioline faranno capolino dalle grondaie, dai balconi, dai cofani delle macchine. E il disgelo avrà inizio.

E’ l’effimero di quei momenti a renderli così speciali. Se nevica di notte, a mondo fermo, la neve ha tutto il tempo di scegliere dove posarsi, di coprire con cura ogni superficie, sporgenza, camino, tetto, antennna, foglia e ramoscello. Ma soprattutto resta candida per un po’, senza avere addosso il grigio dell’asfalto e il marrone del fango spruzzato dai pneumatici. Uscire sotto il cielo in quei momenti rallenta il ritmo della vita e aumento i battiti del cuore. Se corri ti fai male. Se hai fretta, ti devi calmare. La neve è l’unica cosa gelata che ti scalda l’anima.

E puoi guardarti intorno e goderti il bianco. Sono solo poche ore. Domattina, tutto sarà di nuovo veloce come prima.