martedì 11 dicembre 2007

Tir selvaggi, continuate così


Riprendo dopo mesi a scrivere sul blog. Tolte le ragnatele, voglio parlare dello sciopero dei tir, dei “bestioni della strada” come li chiamano i giornalisti demodé.

Non posso che congratularmi con questi signori.Io che percorro ogni giorno più di 100 km sull’A1, sono letteralmente entusiasta delle corsie libere dell’autostrada, dell’assenza di pericolo imminente che correvo ogni volta che i bestioni si spostavano all’improvviso da una corsia all’altra, di quella mancanza di claustrofobia che lorcafoni ti fanno venire ogni volta che ti si affiancano.

Stamattina, tra Reggio Emilia e Parma, a un certo momento avrei potuto spostarmi dalla corsia lenta a quella di sorpasso e ritorno senza incontrarmi/scontrarmi con nessuno. L’inferno d’asfalto congestionato si era trasformato in un rettilineo libero e silenzioso, liscio e levigato dove far sfrecciare entro i limiti la mia auto. Anche il volume della radio poteva restare a decibel umani senza il frastuono di quelle ruote enormi che per risparmiare i bestioni fanno ricoprire anzichè cambiare quando sono fruste. (presente quei pezzi di pneumatico che ogni tanto si vedono lungo la carreggiata…? Ecco, sono i brandelli delle loro gomme da morti di fame. Solo che se li becchi sul cofano o sul parabrezza mentre si staccano, qualcosina te la fai…).

Non me ne frega niente del perché stanno scioperando. Sicuramente hanno torto. Del resto come si può solidarizzare con chi prende a sprangate i colleghi che non aderiscono (è successo all’uscita di Fidenza), ma soprattutto con chi, ogni giorno, è la principale causa di incidenti sulle strade e una delle prime fonti di inquinamento. L’importante, dunque, è che continuino a stare fuori dall’autostrada. Ne guadagnano l’ambiente, la qualità della vita, la sicurezza di chi viaggia pur non avendo un bestione da 15 tonnellate alto 4 metri.

Solo una cosa non capisco: perché se io lascio la mia macchina sulla corsia di decelerazione dell’autostrada come minimo mi arrestano e a questi, manca poco, la polizia stradale gli fa pure la scorta?

Ma queste sono domande normali in un paese civile. In Italia manco vanno poste.

Mi addolora solo una cosa di tutta questa vicenda: per un po’ non potrò vedere le immagini di padre pio stampigliate su quelle enormi fiancate e le magnifiche croci nelle cabine illuminate mentre sfrecciano oltre i 100 all’ora nella nebbia.

Me ne farò una ragione.