martedì 5 maggio 2009

Addio alle paglie

Credevo peggio. E invece comincia a piacermi quest'astinenza forzata. Senza paglie si sta meglio. Certo, la mattina dopo il caffelatte è dura, il fresco ricordo della paglia è tutto lì, ma l'inhaler aiuta e i pensieri si fanno sempre più positivi.

Ieri pomeriggio tardi ho fatto un giro in bici. Sarà stata la suggestione, probabilmente, ma era chiara la sensazione di fare meno fatica anche a sole 24 ore dall'ultima paglia.

I buoni propositi sono tanti, soprattutto per chi ha da sempre la forza di volontà di una medusa pigra. Ci avevo già provato nel 2000 a smettere e c'ero riuscito per oltre sei mesi. Poi un tiro dopo l'altro c'ero ricascato. E' normale, dicono, soprattutto per quelli incalliti e tossici come me.

Adesso siamo alla seconda occasione. E per ora pesa meno del previsto. So che ci saranno crisi improvvise, desideri quasi insopprimibili di correre al primo tabacchino, spinte a provare "solo un tiro". Ma debbo farcela. Ne va dell'amor proprio, della salute e, perché no, anche dei soldi che sono sempre pochi.


L'obiettivo è chiaro: essere orgogliosi di se stessi. Sentirsi indipendenti. Non vivere con il senso di colpa misto a paura di ammalarsi da un giorno all'altro. Ma soprattutto poter dire a un bimbo di cinque anni: il tuo papà non fuma più.

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