mercoledì 15 aprile 2009

Un post su Lost

E' tornato.
E' di nuovo fra noi.
E' Lost, anche se non si era mai perduto.
Jack, Kate, Sawyer, Lock, Ben, Desmond, Hugo e l'isola dei misteri spadroneggiano ancora nel lunedì di Fox, purtroppo solo per 50 minuti contro l'ora e mezzo delle ultime serie.
Basta poco per tornare in tiro. Per essere invischiati e perduti nella trama sempre più fitta scritta da quei satanassi degli sceneggiatori.
Adesso ci si mettono i salti nel tempo. E i morti che ritornano.
E' come essere su una parete di roccia e precipitare nuovamente appena si pensava di aver trovato un appiglio sicuro. Tutto è in costante, continuo movimento.
La magia di questa serie sta in tante cose, alcune scontate (per le produzioni americane) come la bravura degli attori o la perfezione tecnica e stilistica.
Ma ciò che veramente mi fa tornare sull'isola sono la fame di sorpresa, il sottile gusto dell'inquietudine che trasuda dalla storia, Kate che ogni volta che la vedi ringrazi i suoi genitori di averla fatta così.
E poi scoprire i tanti fili intrecciati che legano tutto a tutti e tutti a tutti. Scorgere significati nascosti in una frase, in un simbolo.
Lost ha cambiato la televisione. Ha fatto vedere cosa significa fare "fiction" fuori da quei cessi che ci propinano su RaiSet tra padri pii, papi, papesse, suore e monache.
Adesso siamo alla quinta serie. Ce ne sarà una sesta l'anno prossimo e sarà anche l'ultima.
E allora si che saremo tutti LOSTes.

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